Evento a Palazzo Spini 2024-2025

REGOLAMENTO E CONDIZIONI GENERALI:

Versatile e adattabile, nel cuore di Bergamo, lo spazio esterno di Palazzo Spini è perfetto per trasformare un evento culturale in un’occasione unica.



Verranno vagliate esclusivamente proposte di eventi temporanei (durata massima 7 giorni). L’area esterna denominata “La Corte di Palazzo Spini” verrà concessa a titolo gratuito, previa la verifica dei requisiti di utilizzo della Corte di Palazzo Spini. La concessione d’utilizzo necessiterà dell’approvazione, con giudizio insindacabile, di Gigi Barcella, responsabile e direttore artistico dell’area in oggetto. Il richiedente verrà convocato presso Palazzo Spini per un colloquio di selezione. Verrà altresì verificata la disponibilità della data richiesta a calendario. Concesso l’utilizzo dell’area, il rapporto sarà disciplinato da un contratto; le norme condominiali e il regolamento comunale faranno parte integrante dell’accordo.


Rimarrà a carico dell’espositore (a titolo esemplificativo):

- ogni spesa di allestimento e disallestimento
- service audio/luci/proiezione (utilizzabili solo fornitori selezionati da Palazzo Spini)
- sedute, tavoli o qualsiasi altro strumento funzionale all’espositore
- cartellonistica, totem, stampati, pubblicità di qualsiasi genere
- ogni spesa di banqueting
- ogni altra spesa

Alcune indicazioni: Non sarà consentito appendere nulla di fisso che appoggi su facciate, pareti, inferriate (in caso di esposizione quadri ad es. si consiglia l’utilizzo di cavalletti espositivi o strutture autoportanti, es. totem).
A salvaguardia della pavimentazione è vietato il consumo di bevande alcoliche e analcoliche oltre che alimenti che possano arrecare danni.
Per gli orari di apertura al pubblico della Corte di Palazzo Spini ci si atterrà al regolamento condominiale oltre che del Comune diBergamo per i valori limite da rispettare e orari per suoni e luci.


Il Palazzo


Palazzo Spini

Il palazzo venne ristrutturato in forma rinascimentale, a partire dal 1511, dal mercante e tintore Giovanni Antonio da Spino, per farne una propria abitazione e localizzare la propria attività sfruttando le acque dell’antica roggia Serio. Il disegno architettonico è attribuito a Pietro Isabello (≈1484-1549).

Un palazzetto che si distingue per la singolarità di talune soluzioni e per l’eleganza degli elementi decorativi: ampliato fino a giungere a ridosso della chiesa della Beata Vergine dello Spasimo, di proprietà Beltramelli, ancora nel XVIII secolo era l’edificio più quotato della cortina meridionale, superato solo dal complesso del convento dei padri Somaschi, presso la chiesa di S. Leonardo”. Oggi è adibito a struttura residenziale, commerciale e anche sede di iniziative culturali.

il punto d'incontro


"Corde" - L''opera esposta

In occasione del quarantesimo anno di attività di CrispiUP, in coincidenza con Bergamo-Brescia Capitale della Cultura 2023, prende vita l’opera “Corde“. “Corde” svetta tra le costruzioni di Via XX Settembre e nel cortile del civico 49.

Le corde, per loro natura elementi di estrazione povera, quasi a ricordare le origini di tanti bergamaschi, dimostratisi capaci, nonostante spesso una “partenza difficile”, di arrivare alla realizzazione di quanto sognato. Corde colorate con le quali Gigi Crispi e Alberto Perico hanno voluto ribadire l’importanza di saper intrecciare nuovi legami, nuove collaborazioni, nuove amicizie, per 40 anni e beyond.


Le pillole di storia su Palazzo Spini

A cura di Paolo Mazzariol

Architetto

 Il Torresino presso la casa Spini.

Al momento, il primo documento noto che menziona la presenza di una torretta sul sito oggetto della relazione, risale alla ricognizione delle muraine che gli architetti Pietro Isabello e Antonio Agliardi svolsero nel 1521 per conto della Veneranda Serenissima. Procedendo con continuità lungo l’intero tracciato e giunti nei pressi del sito, i periti scrissero: “el torosino appresso a le case de maestro Zuan Antonio tentor non ha da far cosa alguna”.
 

 

  

 

  

  

 

L’impianto planimetrico della torretta era abbastanza semplice e ben visibile anche dalla cartografia storica, dove gli elementi comuni sono un tetto a due o a quattro falde, una feritoia al piano intermedio e un’apertura (o feritoria?) superiore.

Accanto, appena al di là di un vicoletto di collegamento, funzionale alla difesa, che prenderà il nome di “Strada del Muletto”, sorse la casa che al tempo della ricognizione era di proprietà del tintore e mercante Giovanni Antonio Spini.


 

 

 

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